"Massimo Cavalletti ha reso in maniera globalmente convincente il Conte di Luna."
Roberto Iovino, La Repubblica, 11/2019 („Il trovatore“, Teatro Carlo Felice 2019)
"Il conte di Luna di Massimo Cavalletti si distingue per la voce dal bel timbro scuro e dal buon peso sonoro, con acuti sicuri, oltre che per una spiccata tendenza a fraseggiare; canta un "Balen" decoroso e una baldanzosa “Per me, ora fatal”.
Luigi Raso, L’Ape musicale, 10/2019 („Il trovatore“, Teatro Verdi di Salerno, 2019)
"Alla recita domenicale del 20 ottobre, Don Carlo era un altro baritono debuttante nel ruolo: Massimo Cavalletti. Prova superata con doppia lode, poiché subentrare ad Enkhbat non era cosa da ridere, per la bellezza pure del mezzo vocale, giostrato con grande duttilità, ricchezza di sfumature e potenza nell’emissione, sempre fluida e mai forzata. Pure per lui un meritato trionfo e, come interprete, in scena imponente e anche superiore al collega almeno nell’invettiva “Lo vedremo, o veglio audace” di forte vigore espressivo."
Andrea Merli, I teatri dell’Est, 10/2019 („Ernani“, Teatro Coccia di Novara, 2019)
“Massimo Cavalletti si è rivelato una presenza imponente nel ruolo di Francesco, (...) con il suo ricco timbro che richiama alla mente un barolo e fiera declamazione.”
Eric Simpson, OperaWire, 7/2019 ("I masnadieri", Teatro alla Scala 2019)
"Il baritono Massimo Cavalletti si è distinto come un magnifico "Lescaut". È forse il cantante più pucciniano, per voce e per stile, sul palcoscenico. Il suo fraseggio ed emissione erano impeccabili (curiosamente è nativo di Lucca, la stessa città in cui nacque Puccini)."
Fernando Peregrin Gutierrez, Musica Clasica BA, 4/2019 ("Manon Lescaut", Teatro alla Scala 2019)
"Ci sono modi diversi per interpretare il padre di Alfredo... . In alcune interpretazioni, è un patriarca imponente, in altre una figura paterna calda.
Il baritono Massimo Cavalletti ha optato per il calore. Apparendo come il ritratto della rispettabilità borghese, con la sua barba grigia, vestito scuro e una bombetta, cantava con un legato dorato e ricco quando convinceva Violetta di lasciare Alfredo per il bene della sua famiglia. La sua voce ha assunto un bagliore scuro nel suo duetto con lei, mentre cantava "Piangi, piangi", quando Violetta accetta il sacrificio. In " Di Provenza", quando ricorda a Alfredo la sua casa, cantava con un calore scorrevole e dolce."David Fleshler, South Florida Classical Review, 1/2019 ("La traviata", Palm Beach Opera 2019)
"Ad animarela vicenda c’era Figaro, interpretato con grande fascino dal baritono Massimo Cavalletti, che ha cantato alcuni dei passaggi più virtuosistici con grande bravura, in particolare l’entrata “Largo al factotum”, che è stata molto apprezzata dal pubblico. Cavalletti possiede tutto ciò di cui ha bisogno il personaggio: una presenza aitante, una robusta voce da baritono buffo e il brio giusto come attore."
Lorenzo Fiorito, Musica, 12/2018 ("Il barbiere di Siviglia", Teatro Verdi Salerno 2018)
“Massimo Cavalletti, nei panni del Conte di Luna, ha una voce ben timbrata e particolarmente virile, che non manca mai di risultare piacevolmente seducente, al pari della presenza sulla scena. In quest’occasione lo si trova particolarmente in forma, con emissione controllata e ben attento a che la nobiltà tipica del baritono verdiano non venga mai meno. “Il balen del suo sorriso”, molto apprezzata dal pubblico, porta in sé la giusta dose di febbrile struggimento, senza facili concessioni al mero esibizionismo vocale.”
Andrea Dellabianca, Connessi all'opera, 10/2018 ("Il trovatore", Teatro Regio di Torino 2018)
“Massimo Cavalletti debutta come Conte di Luna con sicurezza e una fluida messa di voce.”
F. Erminio Polacci,Il corriere fiorentino 9/2018 ("Il trovatore, Teatro del Maggio di Firenze 2018)
“Convince Massimo Cavalletti nei panni di Escamillo. ... delineava un torero di sicuro piglio e di vocalità di buon volume.”
Francesco Lodola, Ieri oggi domani opera, 8/2018 ("Carmen", Arena di Verona 2018)
"Il Marcello di Massimo Cavalletti è praticamente perfetto: voce squillante, ben udibile, pastosa e autenticamente baritonale, piegata alle più varie sfumature del canto del suo ruolo: come non complimentarsi, per esempio, per il duetto con Mimì del III e per quello con Rodolfo del IV.”
Stefano Ceccarelli, L'Ape Musicale, 6/2018 ("La bohème", Roma)
“Quando, in primo luogo, il grande baritono Massimo Cavalletti appare in quella scenografia e intona un Largo al factotum insuperabile da un punto di vista vocale vocale nell’inventiva gestuale, capiamo che sta accadendo qualcosa di grande. E quando, stimolato dal clamore del pubblico, lo bissa superando se stesso, è già molto chiaro che la grazia, il potere, l'elasticità sonora e visiva, il vanto delle lunghissime soste in acuto e tutto ciò che questo protagonista mette in mostra ha il segno dell'eccezionale. Una rappresentazione, insomma, che renderebbe felice Rossini stesso. (...) Quasi tutti i cantanti debuttavano a Las Palmas, contagiati dall'energia naturale di Cavalletti.”
Guillermo Garcia-Alcalde, La Provincia, 4/2018 ("Il barbiere di Siviglia", Las Palmas)
“L'affascinante prova del baritono Massimo Cavalletti completa questo talentuosissimo terzetto.”
Richard Carter, US Blasting News, 3/2018 ("Lucia di Lammermoor", Metropolitan Opera)
“Il suo Figaro ha destato sensazione, la voce è larga e ben timbrata, gli acuti sono spavaldi e il personaggio del tutto convincente. Era ora che l'Opéra invitasse questo baritono dalla reputazione già ben assodata.”
Christian Peter, Forum Opéra, 1/2018 ("Il barbiere di Siviglia", Opera di Parigi)
“Il primo è stato il baritono Massimo Cavalletti, che ha offerto un vivace “Largo al factotum” da Il barbiere di Siviglia seguito da una straordinaria “Aria del Toreador” da Carmen, ben sostenuto dal coro formato da 40 elementi. Il caldo timbro baritonale di Cavalletti con il suo formidabile registro acuto, per non parlare della sua avvincente personalità scenica, hanno dato inizio al concerto in modo brillante. La terza aria è stata “Eri tu” da Un ballo in maschera. L'aria di vendetta di Renato è una bella sfida per un baritono lirico, ma Cavalletti l'ha seguita splendidamente, un buon augurio per le sue future incursioni nel repertorio baritonale più drammatico.”
Joseph So, Ludwig van Toronto, 12/2017 (Concerto di Capodanno, Toronto)
“È un ruolo di carattere straordinariamente buono per Massimo Cavalletti - con il suo caldo timbro dà vita a uno Schicchi da sogno: pratico, un po' rustico, ma simpatico.”
Mischa Spel, NCR.nl, 11/2017 ("Gianni Schicchi", Amsterdam)
“Massimo Cavalletti ha interpretato magistralmente il ruolo del marito geloso.”
Kazachstanskaja Pravd, 9/2017 ("Falstaff", Astana Opera)
“Nel gruppo maschile, primeggiano ... soprattutto il trentanovenne baritono Massimo Cavalletti, che rende il Marchese di Posa un personaggio generoso ma anche meditativo e eccelle nei duetti con Roberto Aronica (Don Carlo).”
Giuseppe Pennisi, Musica, 6/2017 ("Don Carlo", Maggio Musicale Fiorentino)
“Massimo Cavalletti è un Ford rodato e collaudittissimo.”
Giancarlo Landini, l'Opera, 2/2017 ("Falstaff", Teatro alla Scala)
"Per fortuna di coloro che assistono alla serie di recite attualmente in scena, le stelle sono allineate – con Kristine Opolais (Mimì), Piotr Beczala (Rodolfo), Brigitta Kele (Musetta) e Massimo Cavalletti (Marcello) a far parte dello stellare quartetto centrale, senza nessun anello debole della catena, sotto la direzione sicura e trascinante di Marco Armiliato. “Anche se Beczala e Cavalletti hanno già eseguito insieme i loro ruoli in altri teatri, non avrebbero certamente potuto far di meglio, con la voce del tenore che ascende verso l'acuto e quella calda e omogenea del baritono che si amalgamavano benissimo, particolarmente nel duetto del IV atto. Cavalletti e la Opolais hanno già cantato insieme al Met quando il soprano fece un debutto a sorpresa nel ruolo di Mimì sostituendo una collega indisposta nella trasmissione HD, e il loro interagire sembrava naturalissimo, con lui che le offre la forte spalla di cui lei ha bisogno nel terzo atto. Dato che Marcello è così centrale all'azione (e all'azione degli altri personaggi principali), mi ha sempre sorpreso il fatto che non abbia un'aria propria, ma Cavalletti funge da perfetto complemento nelle sue arie sia con Beczala che con Musetta.”
Richard Sasanow, Broadway World Opera, 11/2016 ("La bohème", Metropolitan Opera)
“Massimo Cavalletti ha cantato Marcello con voce grande e solida e una notevole capacità espressiva.”
Valeria Pregliasco, Opera, 10/2016 ("La bohème", Teatro Regio di Torino)
“Anche il resto del cast era d'alto profilo, con il lusso di poter contare su Massimo Cavalletti nel ruolo di Paolo Albiani, già una bozza del suo futuro Iago.”
Andrea Merli, Opera Actual, 6/2016 ("Simon Boccanegra", Teatro alla Scala)
“Il baritono Massimo Cavalletti dal timbro vellutato e affascinante si e' contraddistinto come Lescaut, fratello in contrasto con Manon e giovane stolido soldato Francese .”
Anthony Tommasini, The New York Times, 2/2016 ("Manon Lescaut", Metropolitan Opera)
“Massimo Cavalletti, Ford, si disimpegna con la consueta professionalità, confermandosi cantante credibile e attore disinvolto."
Giancarlo Landini, L’Opera su "Falstaff" al Teatro alla Scala, 10/2015
“Ottima prestazione anche quella di Massimo Cavalletti nel ruolo di Marcello. Il baritono ha interpretato il giovane pittore dal buon cuore con una bella voce rotonda e potente, tratteggiando con precisione il personaggio anche dal punto di vista scenico. È stato giustamente ricompensato dal pubblico a fine serata.”
Roberta Pacifico, OperaClick su "La bohème" al Teatro alla Scala, 08/2015
“Per il ruolo eponimo dell’opera si trova in Massimo Cavalletti (Ford in Falstaff e Marcello in La bohème all’Opera Nazionale di Amsterdam) un cantante che possiede tutto ciò che esige il Figaro rossiniano: un baritono elegante, molta gioia nella recitazione ed esattamente la giusta furberia.”
Mordechai Aranowicz, OperaMagazine.nl su "Il barbiere di Siviglia" al Teatro alla Scala, 08/2015
“L'eccellenza vocale continua col Belcore di Massimo Cavalletti. Sua interpretazione è memorabile non solo per la presenza scenica da fanfarone (con tanto di riassestamenti all'inforcatura) ma anche le qualità vocali eccezionali, soprattutto un registro acuto squillante e di grande facilità. La tessitura piuttosto acuta del ruolo non gli presenta degli orrori – tutti i fa acuti sul «No, no» del Atto I hanno la qualità squillante della tromba di Dulcamara.”
Jonathan Sutherland, Bachtrack su "L'elisir d'amore" all'Opera di Zurigo, 06/2015
“Piace molto l'Escamillo fiero e gagliardo del baritono Massimo Cavalletti….”
Andrea Merli, Opera Áctual su "Carmen" al Teatro alla Scala, 06/2015
“Il baritono Massimo Cavalletti fu un Escamillo elegante, alla voce calda, ampia e di colore assai luminoso, e fu molto applaudito."
Fernando Sans Rivière, Beckmesser su "Carmen" al Gran Teatre del Liceu, 04/2015
“...un Riccardo impressionante. La voce da baritono calda e generosa si abbina benissimo al basso pieno e ricco di Riccardo Zanellato, ciò che rende molto soddisfacenti i loro duetti.”
Juliet Giraldi, Opera Now su "I puritani" all'Opera di Firenze, 01/2015
“Tutti e due dei personaggi principali furono messi in ombra dal Marcello appariscente e decentemente cantato di Massimo Cavalletti….”
Hugh Canning, The Sunday Times su "La bohème" alla Dutch National Opera, 12/2014
"The baritone Massimo Cavalletti sang the toreador Escamillo smoothly and evenly... ."
Zachary Woolfe, The New York Times on "Carmen" at the Metropolitan Opera New York, 10/2014