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Debutto nel ruolo di Gianni Schicchi

Gianni Schicchi: adoro questo personaggio!

È un personaggio completo, a tutto tondo, ed è stato assolutamente una sorpresa per me, vista anche la scarsità di ruoli pucciniani per baritono.

Gianni è al contempo uomo, padre, furbo, scaltro, amorevole, protettivo, convincente, intelligente: in una parola è super “smart”!

Schicchi è un padre, ma durante lo spettacolo è senza dubbio un uomo: fa tutto lui, muove la vicenda e alla fine ne gode i frutti, belli e brutti.

Qui ad Amsterdam mi trovo ad affrontare uno spettacolo che presenta due situazioni simili e diverse avvenute entrambe a Firenze: una tragedia (La tragedia fiorentina di Zemlinksy appunto) e Gianni Schicchi, che chiuderà la serata. Le due opere mostrano entrambe la spietata affinità dell’animo umano verso il denaro, e Schicchi alla fine della serata farà una morale che racchiude significati valevoli per tutti i personaggi di tutte e due gli atti unici.

Schicchi è mosso da un suo desiderio personale di crescita sociale ma anche dall’amore per la figlia Lauretta e per dare a lei e a Rinuccio quel che altrimenti non potrebbero mai ottenere dall’amore finto dei parenti del ragazzo. Gianni paga in qualche modo i suoi servizi a favore della famiglia di Buono Donati prendendo per sé il meglio dell’eredità di quest’ultimo, ma penso che i parenti siano ingiusti a prendersela con lui accusandolo di esser un ladro, anche perché prima del suo arrivo erano stati completamente diseredati, mentre con il nuovo testamento ciascuno ottiene qualcosa: sicuramente non quanto volessero, ma di sicuro non se ne vanno a mani vuote.

È interessantissimo interpretare questo personaggio, che richiede estrema attenzione sia vocale che scenica: secondo me Gianni ha sempre tutto sotto controllo, sa inventare e cambiare ogni situazione sul momento e questo deve esser colto dallo spettatore. Già dal primo ingresso capisce al volo che la morte dello zio avrebbe stranamente portato nella famiglia tanta infelicità e cordoglio, e per questo deve esser successo sicuramente qualcosa. Inizia allora un gioco con i parenti in cui Schicchi cerca di portare alla luce l’animo di ciascuno di loro per capire come sono predisposti nei suoi confronti e per avere la conferma di quanto siano avidi, legati solo al denaro, e gretti, chiusi nel loro orgoglio aristocratico e nella loro vita retrograda. Questo lo spinge verso la celebre beffa che gioca a tutti intestandosi le “cose migliori”, come dice nell’opera uno dei personaggi, Marco. Sottile e terribile durante tutta l’opera è il rapporto di sfida che Schicchi ha con la Zita, e il gioco erotico con le altre due parenti, la Nella e la Ciesca, enfatizzato in questa produzione dalla relazione con l’opera di Zemlinsky, in cui il sesso serve proprio da motore al denaro, e anche Schicchi, c’è una spiccata allusione al tentativo di raggiungere un fine di lucro attraverso l’offerta di favori sessuali.

L’ambientazione ai giorni nostri e i costumi moderni quasi da uomo della strada che Gianni indossa mi spingono a un’immediata immedesimazione con il personaggio: non dovrò fingere di esser qualcun altro ma dovrò solo esser un giovane padre che ha ricevuto un’inattesa eredità per sé e per sua figlia.

Penso che sia un debutto nel ruolo perfetto, grazie alla drammaturgia ricercata di Jan Philipp Gloger e al Maestro Marc Albrecht che spazza via una certa tradizione interpretativa estranea alla concezione pucciniana dando una lettura snella e scorrevole di questo capolavoro. Questo mi dà la possibilità di giocare usando la voce contraffatta di Buono Donati ma di esser sempre Gianni pronto a ricordare ai “parenti” che se si fanno scoprire verranno mutilati e mandati in esilio.

Anche la scenografia sarà una grande protagonista della serata, ma non voglio anticipare molto per non rovinare la sorpresa; posso solo dire che la sobrietà delle scene contribuirà a spostare ancora di più l’attenzione sugli artisti.

Moltissimi saranno i riferimenti fra i due titoli durante la serata: molti oggetti saranno presenti in entrambe le opere e i riferimenti visivi e anche azioni simili saranno ripetute in modo che gli spettatori possano cogliere le similitudini di fondo che guidano l’animo umano soltanto verso il “dio denaro”.

 

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